L’orientamento che personalmente seguo è quello della Psicologia Individuale Comparata di Alfred Adler.
Come in fondo tutti i diversi orientamenti psicodinamici – quale è quello della Psicologia Individuale –, l’obiettivo non è tanto quello della classificazione o della mera eliminazione del sintomo, quanto il concedersi la possibilità di andare oltre il piano superficiale per individuare le dinamiche inconsce che generano e alimentano la nostra sofferenza.
Più specificamente, l’approccio adleriano si propone di scavalcare la terminologia che solitamente utilizziamo per indicare un malessere psichico (depressione, ansia, fobia sociale, etc.), per far luce su ciò che ritiene l’aspetto cardine di un’esistenza: lo stile di vita.
Con quest’espressione indichiamo la modalità soggettiva e particolare che una persona adotta per agire, pensare e sentire. In una parola: per vivere. Lo stile di vita è unico e irripetibile. Ed è proprio in questa modalità così personale di esistere, che spesso s’annidano “errori di base”, visioni distorte sulla vita e sul mondo che ci portano a ripetere costantemente dei copioni il cui unico risultato è quello di riproporre la stessa infelicità.
È questo l’obiettivo: portare alla coscienza il nostro stile di vita, comprenderne le distorsioni e gli errori, per interrompere finalmente il circolo della nostra sofferenza.