Il colloquio psicologico è l’esperienza di un ascolto. Un incontro che si rinnova ogni volta e che offre la possibilità di ricentrarsi. Di riportare la parola della persona al centro. Quella stessa parola che, presi dall’affanno dei giorni, tendiamo a dimenticare; dimenticando, di fatto, noi stessi.
Ciò che una persona trova all’interno di tale cornice è uno spazio che restituisce alla sua parola dignità ed importanza, e la possibilità di intraprendere un viaggio nelle profondità della propria anima. Un viaggio non certo privo di insidie, ma da cui si potrà ricevere il beneficio più grande di tutti: riconoscersi ancora come essere umano.
In effetti, il nostro malessere psichico nasce, straborda e diviene un problema proprio nel momento in cui non ci riconosciamo più nella nostra umanità. Nel momento in cui smarriamo la bussola e non riusciamo più a rispondere alla domanda circa la nostra identità.
Per questo motivo, l’obiettivo di un percorso psicologico è quello dell’instaurazione di una relazione basata sulla fiducia e sulla creazione di uno spazio mentale all’interno del quale poter dare finalmente voce al nostro dolore e a tutti quegli aspetti interni che, sebbene inconsapevoli, influenzano profondamente e talvolta negativamente la nostra vita.
In fondo, si tratta di questo: avere il coraggio, mediante l’ausilio di un ascolto gentile, rispettoso e incoraggiante, di riconnetterci alla nostra identità; al nostro desiderio inconscio. Al fine di spezzare le nostre abitudini mentali e offrire alla nostra vita, una seconda chance.